Nella nostra sezione #followarch, oggi abbiamo il piacere di aggiungere una fantastica chiacchierata con lo studio TAM associati.
“TAM sostiene una cultura dei diritti
TAM partecipa ad uno sviluppo responsabile […]”
Lo studio TAM associati si definisce un “progetto collettivo che unisce professionisti attivi nei campi dell’architettura, dell’urbanistica, della progettazione del paesaggio, della conduzione di processi partecipativi e didattici, della grafica e della comunicazione sociale” operativo come studio dal 1989 con sedi principali a Venezia, Bologna, Parigi.
art.21 “ ogni individuo ha il diritto di partecipare al governo del proprio paese.”
Nuova Sede Banca Etica di Padova
Colpiti dai principi di progettazione etica che fondano tutto il loro lavoro abbiamo chiesto a Simone Sfriso di raccontarci come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, oggetto di una Lettura Comparata che è manifesto di TAMassociati, riesca ad integrarsi nei loro progetti più concreti:
<<La partecipazione fa parte del nostro DNA.
Abbiamo cominciato a lavorare nell’ambito della progettazione partecipata nel 2000, quando per il concorso di progettazione per la riqualificazione di piazza Guala, a Torino, presentammo un Bando di manutenzione partecipata dello spazio pubblico, configurato come un bando di usi e modalità di assegnazione degli spazi attraverso cui tutto il mondo dell’ associazionismo poteva da una parte mettersi in mostra e dall‘altra prendersi in carico uno spazio pubblico.
La partecipazione non è rendere le persone informate di quello che sta avvenendo ma renderle parte attiva di un processo di trasformazione dei luoghi fisici in cui abitano.
Nell’ affrontare progetti pubblici abbiamo collaborato spesso con Andrea Mariotto del Laboratorio l’Ombrello dello IUAV di Venezia, che si occupa prettamente di azione locale e politiche partecipative.Il progetto più importante che abbiamo sviluppato insieme è stato per Pellestrina.
Eravamo chiamati in prima istanza a collaborare con l’ufficio urbanistica alla variante di PRG e gestire il piano generale di riqualificazione degli spazi pubblici di questa isola periferica della laguna di Venezia, un ambito molto particolare dal punto di vista fisico, una lingua di terra lunga 8 km e larga 150m, un viaggio nell’ italia di 20/30 anni fa, con una realtà sociale molto consolidata.
Essendo molto importante in un tale tessuto sociale procedere con proposte progettuali con largo consenso da parte della comunità locale abbiamo condotto una serie di laboratori. Abbiamo prima raccolto i desiderata della popolazione da li abbiamo scritto una serie di linee guida oggetto di un ulteriore confronto. Tali linee sono poi confluite in un piano generale degli interventi dove tutti gli spazi più interessanti dell’ isola sono stati fatto oggetto di una scheda progetto poi utilizzata per gli interventi che sono stati pianificati da parte del comune. Da qui il comune ha reperito le disponibilità economiche per procedere con una serie di interventi puntuali che sono adesso in fase di progettazione. La cosa più interessante è che da questo lavoro che avrebbe dovuto essere prevalentemente su carta attraverso i laboratori siamo riusciti a plasmare quelli che erano i bisogni della comunità con azioni molto concrete, e ad intervenire su di un cantiere che era in corso, modificando il progetto di sistemazione di un piazzale previsto “com’era dov’era”, grazie anche alla disponibilità di INSULA, la società del comune di Venezia, che si stava occupando della manutenzione urbana ed del rifacimento delle fognature e dei sotto servizi, in quel cantiere.
Nel momento in cui si attivano risorse pubbliche è importante che le persone coinvolte vedano che il loro sforzo di partecipare alla vita del luogo in cui abitano sia recepito dalle amministrazioni e si traduca in interventi concreti.
E’ molto importante in questi processi che si arrivi ad una qualche forma di realizzazione concreta che possa dare seguito in tempi brevi ad una risposta delle amministrazioni.
ad esempio un altro progetto molto sentito dalla popolazione nato nei laboratori ed in fase di approvazione è la sistemazione delle pensiline di attesa degli autobus dell’ unica strada dell’ isola. Noi ci siamo posti come tramite con l’assessorato ai lavori pubblici e INSULA e questo bisogno si é poi tradotto in un ulteriore progetto di una messa in sicurezza della strada che adesso è in fase di approvazione. In questo momento in cui le amministrazioni versano in momenti difficili e le occasioni di intervento pubblico sono molto ridotte noi cerchiamo di lavorare in questi interstizi.
In questo momento in cui e difficile fare architettura non si deve rinunciare alle proprie idee ma diventare parte attiva nella realizzazione di opportunità di lavoro.
In questo senso L’Eco-Quartiere Quattro Passi è un po’ un esempio in cui abbiamo cercato un modo alternativo all’incarico professionale, e creato una comunità, partendo dal basso, per poi seguire un percorso inverso .
Il progetto per l’Ecoquartiere 4 Passi è nato con la cooperativa Pace e Sviluppo che si occupa di commercio equosolidale ed organizza ogni anno questa Fiera dei 4 Passi che si occupa di diffondere buone pratiche e tradurle in azioni concrete sul territorio Trevigiano. Siamo andati a proporre il lancio dell’ iniziativa con una serie di laboratori pubblici che hanno affrontato i temi del co-housing, delle energie rinnovabili, e delle soluzioni eco-compatibili riscontrando interesse non come temi astratti ma nel loro valore concreto relazionato al bilancio familiare. Al termine di questo ciclo di laboratori che hanno visto una partecipazione costante di 50/80 persone una ventina di famiglie si è iscritta alla fase 2 di progettazione dell’ eco-quartiere. Quindi con queste famiglie stiamo lavorando alla ricerca di un terreno o di uno stabile da riqualificare e di un comune interessato ad accogliere il progetto nel proprio territorio.
Invece di creare il progetto e poi cercare di venderlo abbiamo individuato un gruppo di persone attive nella partecipazione ed abbiamo proposto un percorso metodologico.
Perchè di fatto il co-housing non è una teoria ma è più simile ad un esercizio di buon senso oltre ad esser un opportunità di animare una comunità di vicinato laddove soprattutto in un area come quella della pianura padana e veneta le modalità urbanizzazione e colonizzazione degli spazi da villettopoli estesa genera frammentazione dei rapporti sociali.
art.25: ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute ed il benessere proprio e della sua famiglia
Container Housing Emergency, Sudan
In tutte le occasioni in cui è possibile cerchiamo di applicare metodologie di coinvolgimento della popolazione o di gruppi portatori di interesse. Sia nell‘ambito di progetti pubblici di riqualificazione sia nell’ambito delle collaborazioni che abbiamo instaurato da alcuni anni con le ONG.
Lavoriamo da diversi anni soprattutto con Emergency. Stiamo seguendo prevalentemente i progetti sviluppati in Africa primo tra tutti il Centro Cardiochirurgico Salam a Khartoum – Sudan, da cui sono derivati dei progetti corollari. La progettazione del centro cardiochirurgico che è per sua natura un edificio fortemente specializzato ha avuto uno sviluppo particolare dal punto di vista partecipativo perché Emergency ha voluto organizzare un tavolo di lavoro cui hanno preso parte oltre al loro l’ufficio tecnico e ai nostri progettisti anche i dottori e gli infermieri che avrebbero poi operato nel centro.
Ospedale Salam Emergency, Sudan
Questo ha fatto si che alcune modalità codificate dai manuali per la progettazione di un blocco operatorio fossero scardinate dalle richieste del personale paramedico. Ad esempio è stata ampliata, rispetto agli standard italiani, la sala operatoria ed è stata rivista l’organizzazione dei percorsi. Questo processo partecipato ha permesso la creazione di un edificio di assoluta eccellenza che avrebbe potuto trovarsi in Africa come in qualunque altro paese “sviluppato”, in linea con uno dei principi fondamentali affermati da Emergency per cui non deve esiste una sanità di serie B da paese in via di sviluppo ma è diritto di tutti aver accesso allo stesso livello di assistenza medica.
Per il futuro stiamo continuando a lavorare a con Emergency, l’ampliamento di un ospedale in Sierra Leone ed è in corso di realizzazione una Clinica Pediatrica in Sudan .
Poi abbiamo realizzato un progetto cui teniamo molto, ora in fase di studio di fattibilità , un terminal di ferriboat per Muscat, Oman. Per pensare ad un progetto di mobilità più dolce, via acqua, in un paese basato sul petrolio. >>
“ […]TAM immagina utopie realizzabili”
Intervista a cura di Lina Monaco