“ All’indomani dell’ approvazione della delibera del Consiglio Comunale che sancisce la vendita del patrimonio immobiliare ATAC il Deposito Liberato di San Paolo invita tutte e tutti a riconquistare la città!”
In un momento in cui i processi di partecipacione ci vengono praticamente imposti dalla comunità europea diviene urgente interrogarsi su quali siano i metodi ed i meccanismi che posso attivare una reale partecipazione e renderla efficace. Mentre da un lato urbanisti e sociologi, producono manuali e carte della qualità che raramente vengono letti da architetti, come gia visto alla biennale dello spazio pubblico, i giovani si lanciano, altrettanto alla cieca, in esperimenti di attivazione di coscienza sociale. A mio parere, e come ho sperimentato nel workshop festarchlab di Terni, il salto nella qualità della partecipazione sta tutta in questo scarto tra un processo partecipativo offerto dall’alto in cui un tecnico si rivolge ai cittadini chiedendo “ in che modo possiamo aiutarvi a migliorare la vostra qualità della vita” e all’ azione, in cui qualcuno scende in strada e comincia a fare qualcosa di riconoscibile come “stiamo cercando di migliorare il nostro ambiente pubblico, come puoi aiutarci a fare la cosa giusta?”. La differenza sta nell‘umiltà del “propositore” e nella responsabilizzazione di tutti i partecipanti che è la base della comunità, e che diventa più forte nei momenti di difficoltà. Il caso del Deposito pieno di Idee è di questo secondo tipo . continue reading
Dopo un po’ di attesa, come le cartoline delle vacanze estive che immancabilmente arrivavano ad autunno inoltrato, sono arrivate le interviste (che presto pubblicheremo nella nostra web-tv) raccolte alla Prima Biennale dello Spazio Pubblico, organizzata dall INU, a Roma dal 12 al 14 maggio scorso.
Una biennale che ha ridotto al minimo le formalità, a partire dalla sede, le aule della facoltà di Architettura di Roma3 in pieno cantiere; per cui sono stati pochissimi gli inviti ufficiali, ed i mezzi e tanto il volontariato. Una volontà di partecipare che ha stupito gli stessi organizzatori della segreteria tecnica, che puntavano alla metà dell’affluenza verificatasi, confessando di non aver voluto spingere troppo sul fronte diffussione mediatica, per timore di non poter gestire grandi affluenze. Ma l’evento che Mario Spada da affettuosamente defino “Woodstock dello Spazio Pubblico” ha funzionato nonostante il caldo, la polvere ed il rumore. continue reading
Durante lo scorso mese di marzo, ho avuto il piacere di partecipare all’evento Architects meet in Selinunte, organizado in Sicilia dall’ Associazione Italiana di Architettura e Critica (AIAC). In quella occasione ho avuto modo di conocere diverse persone e progetti veramente interessanti. Tra questi voglio evidenziare il progetto “Bene Collettivo” di Palermo di cui mi parlarono Fabio e Cinzia, ai quali mando un saluto da Madrid.
Il Comitato per il Bene Collettivo Sicilia è uno strumento di sensibilizzazione e di azione (conoscere, vigilare, proporre, partecipare) creato dai cittadini per riorganizzare, in direzione del “Bene Collettivo”, la comunità Sicilia relativamente alla gestione e all’amministrazione dei suoi beni comuni. continue reading
Nella nostra sezione #followarch, oggi abbiamo il piacere di aggiungere una fantastica chiacchierata con lo studio “Controprogetto: la cultura del fare per diffondere senso di appartenenza“.
Controprogetto è nato nel 2003, quando i suoi 4 componenti ancora studenti, entrarono a far parte del popolo di associazioni, artisti ed artigiani che dagli anni 80 animava la Stecca degli Artigiani, ex fabbrica del Quartiere Insula di Milano. Destinata alla demolizione da un grande progetto urbanistico, nel 2003 La stecca degli Artigiani divenne il luogo di riferimento per coloro che sperimentando una riqualificazione urbana partecipata, sognavano un contro progetto per il quartiere. continue reading
Nella nostra sezione #followarch, oggi abbiamo il piacere di aggiungere una fantastica chiacchierata con lo studio TAM associati.
“TAM sostiene una cultura dei diritti
TAM partecipa ad uno sviluppo responsabile […]”
Lo studio TAM associati si definisce un “progetto collettivo che unisce professionisti attivi nei campi dell’architettura, dell’urbanistica, della progettazione del paesaggio, della conduzione di processi partecipativi e didattici, della grafica e della comunicazione sociale” operativo come studio dal 1989 con sedi principali a Venezia, Bologna, Parigi. continue reading
El sabato 20 Marzo 2010 nelle strade del Pigneto il cottettivo “Orizzontale” ha organizzato una manifestazione-evento per la riscoperta dello spazio pubblico.
Il quartiere del Pigneto si caratterizza per essere una delle realtà più dinamiche della situazione romana. Periferia storica di Roma, a causa della progressiva espansione della vita della città fuori dal centro, il quartiere è stato interessato negli ultimi anni da profondi sconvolgimenti che vedono la sostituzione della popolazione storica con nuove categorie di abitanti, nello specifico studenti, giovani lavoratori e migranti. A fronte di una massiccia riqualificazione della zona più vicina al centro, interessata da pesanti interventi di riqualificazione speculativa accompagnati dalla creazione di un’isola pedonale e dalla nascita di numerose attività commerciali di livello comunale, la restante parte del quartiere è quasi completamente priva di nuovi servizi e di interventi di riqualificazione, nonostante accolga la stragrande maggioranza degli abitanti.
In questa parte di città, così vicina alle nuove dinamiche della vita romana eppure apparentemente abbandonata a sé stessa, Orizzontale decide di organizzare un evento della durata di un giorno, con l’obiettivo di proporre nel quartiere una nuova visione dello spazio pubblico. L’obiettivo è quello di far scaturire una riflessione sullo spazio pubblico e di coinvolgere la cittadinanza in una piccola manifestazione di sensibilizzazione e di scambio. Il principale obiettivo in questo senso è stato quello di instaurare un dialogo, seppur effimero, con gli abitanti del quartiere, per parlare direttamente con loro dei problemi individuati, verificare le nostre ipotesi, e inventare insieme dei percorsi condivisi.
I soggetti che sono stati coinvolti nel progetto sono, oltre ai membri del collettivo:
– lo studio di architettura Officina Fortebraccio e la Casa dell’Architettura di Roma, che hanno concesso di ri-utilizzare il materiale usato nell’allestimento di un’esposizione;
– il Sesto Municipio di Roma, che ha gentilmente concesso l’occupazione dello spazio pubblico in questione;
– CSOA “exSnia“, che ha ospitato fornendoci gli spazi per lo stoccaggio e l’assemblaggio degli arredi e dei giochi;
– le associazioni che operano sul territorio, in particolare il Comitato di Quartiere del Pigneto, che ha aiutato nella divulgazione dell’iniziativa tra gli abitanti;
– gli abitanti del quartiere, che sono intervenuti numerosi, confermando l’importanza del tema e garantendo in questo modo la riuscita del nostro progetto.
Aspetto economico
L’iniziativa è stata programmata e portata a termine interamente a costo zero, grazie all’occasione concessaci dalla disponibilità del materiale di base (cartone) e dalla disponibilità del Sesto Municipio il quale ha esonerato a “Orizzontale”, riconoscendo la specificità della situazione, dal pagamento delle tasse sull’occupazione del suolo.
Fondamentale da questo punto di vista è stata anche la presenza sul territorio e la disponibilità della struttura autogestita “exSnia”, che ha offerto l’opportunità di conservare il materiale e lavorare alla costruzione delle strutture utilizzate. Il materiale principale, i cartoni, provengono dall’allestimento di una esposizione, alla fine della quale, nonostante si trovassero ancora in ottime condizioni, dovevano essere gettati al macero.; ottima possibilità di utilizzare questo eccezionale materiale re-inventando un uso possibile e senza dover affrontare né costi finanziari, né, ancor più importante, costi ambientali.
Principi
L’architetto, soprattutto quando opera a scala urbana, si trova a lavorare all’interno di scenari che presentano un forte tasso di immobilità. Questa caratteristica risulta spesso essere il primo e più importante problema di coloro i quali si propongono di affermare diverse visioni dello spazio urbano e di proporre un cambiamento.
I sistemi urbani, con le loro burocrazie e le produzioni discorsive che li investono, presentano sempre un’altissima inerzia, e sembrano resistere in modo molto rigido al cambiamento, soprattutto quando questo si delinea come controtendenza rispetto al processo globale di individualizzazione dell’esistenza e sparizione degli spazi pubblici e collettivi.
L’obiettivo del collettivo “Orizzontale” è intervenire in questo panorama ribaltando l’approccio. Per quanto gli obiettivi materiali possono sembrare a prima vista limitati, la grande differenza con le procedure standard, incentrate in massima parte sul momento del progetto, consiste nello spostare il baricentro verso l’azione e la realizzazione.
Fasi
Le fasi che hanno caratterizzato il processo sono principalmente l’individuazione del luogo, il reperimento di contatti sul territorio, il reperimento del materiale, l’attivazione di dinamiche ludiche e giocose per la produzione delle strutture in cartone, l’attivazione di un canale istituzionale presso il Municipio, la pubblicizzazione, l’azione vera e propria ed un momento finale di riflessione e di narrazione multimediale dell’esperienza.
Partecipazione Pubblica
Il metodo adottato fa della partecipazione la sua cifra caratteristica, spingendosi un passo oltre rispetto alle pratiche correnti nel mondo della progettazione e ri-progettazione della città. Infatti mentre queste si articolano attorno al tema della partecipazione da parte degli utenti al processo di progettazione eseguito dai tecnici, in questo caso si vuole sperimentare la partecipazione dei tecnici alla vita dei cittadini. Trovandosi ad operare nella città piuttosto che su di essa, si raggiunge l’obiettivo di acquisire conoscenze ed esperienze completamente diverse sul tema dello spazio urbano e di sviluppare una visione radicalmente nuova dello spazio pubblico sul quale ci si propone di operare. L’esperienza diretta diventa allora il cavallo di battaglia, e si raddoppia, trasformandosi in una reciproca esperienza sia de tecnici che degli abitanti della città.
Risultati
I risultati dell’iniziativa sono stati ampiamente soddisfacenti. Innanzitutto per quanto riguarda l’obiettivo diretto dell’azione: lo spazio, normalmente adibito al parcheggio abusivo di motorini, a distanza di tre settimane non è ancora ricaduto in questa distorsione funzionale. Questo fa sperare in un “riorientamento gestaltico” avvenuto nella visione degli abitanti del quartiere.Per quanto riguarda la nostra crescita personale il progetto ha raggiunto, oltre alla formazione del collettivo stesso, la creazione di un importante network di persone con comuni interessi e desiderio di lavorare sui medesimi temi.Dal punto di vista specificamente architettonico per noi è stata un’esperienza di inestimabile valore dal momento che ci ha dato la possibilità di interagire direttamente con la città e non, come accade di solito, con una molteplicità di sue rappresentazioni.