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Azione Urbana a Piazza del Popolo | Roma

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Ilaria Bernardi ci manda una breve rassegna di una azione urbana realizzata qualche giorno fa a Roma a Piazza del Popolo. Si tratta di un Flash organizzato da «feed», Architetti per nuove tattiche urbane di vivere lo spazio pubblico della città:

L’azione si concentra su una piccola porzione della vasta Piazza del Popolo: piccola perché non è la quantità di spazio a fare la differenza, ma l’intensità con cui pochi metri quadri vengono utilizzati.

Il lancio contemporaneo di 753 palloncini rossi (numero non casuale, visto che la fondazione di Roma risale proprio al 753 A.C) intende produrre un cortocircuito temporale durante il monotono viavai in una delle piazze più simboliche della capitale.

La configurazione ellittica di Piazza del Popolo realizza un vero e proprio spazio collettivo di ritrovo, di partecipazione, di dibattito. Spazio vivo che si riscopre tale solo quando si interrompe il flusso continuo di chi la attraversa distrattamente mediante piccole agglomerazioni di persone o di oggetti che modificano la normale e abitudinaria percezione dello spazio complessivo.

Gente che cammina, come una massa fluida e viscosa, all’interno di un’altra massa questa volta ferma, solida, fatta di pietra e di limiti ben visibili che sembrano contenere il magma.

Persone che si muovono seguendo una serie di regole indotte e che si adattano a un ritmo impercettibile. Dall’alto della terrazza del Pincio le traiettorie di ciascun passante potrebbero assomigliare al moto compiuto da palline dentro a un flipper: colori, suoni, luci spingono da un lato all’altro, da un ostacolo a quello successivo.

Cosa succede se all’improvviso e senza preavviso in mezzo a questa enorme massa di persone si solleva un mare di palloncini? Che rapporto può nascere dal confronto tra la massa, pesante e potente della città, e il movimento delicato di questi palloncini?

Questa azione segue una prima immagine mentale, ma porta con se tutta una serie di riflessioni sullo stato e sul funzionamento della città contemporanea.

Anticamente la trasformazione dello spazio urbano era una costante del centro di Roma.

Ad esempio  nell’epoca papalina, una volta l’anno,  via del Corso veniva chiusa per la corsa dei cavalli Berberi; ad agosto piazza Navona veniva allagata in ricordo delle antiche naumachie;  durante l’inverno i fuochi artificiali invadevano il cielo per festeggiare  il carnevale.

Per periodi limitati di tempo dunque,  le regole cambiavano. Questo presupponeva un uso creativo dello spazio e delle sue peculiari caratteristiche. La città accoglieva al suo interno la meraviglia e lo stupore.

I temi della trasformazione e della riappropriazione dello spazio urbano sono al centro di questa e di altre azioni, da effettuare sempre a Roma. Indicano possibilità, deviazioni, alternative ad un uso stereotipato dei luoghi. Riflettono sullo spazio e sulle sue caratteristiche, sulla sua morfologia e capacità di contenerci. Ne esplorano potenzialità dimenticate. Sono dei suggerimenti per tornare ad “abitare” la città.

P.S. – La domanda è: è possibile lavorare ancora oggi sul centro storico della città italiana? E se sì, in che modo? Se la costruzione ex novo è praticamente impensabile, una possibilità è invece quella di lavorare sullo spazio che esiste, che è strutturato e appare immutabile. Si può cambiare il modo in cui questo spazio è utilizzato?

Probabilmente se il luogo dell’azione fosse rimasto via Condotti, l’impatto sarebbe stato maggiore in termini di intensità.

Come architetti siamo oramai avvezzi a confrontarci con certe limitazioni che nella loro ostinatezza e persistenza riducono e mortificano il nostro potenziale creativo.

Constatiamo una certa paura nello scardinare appunto queste regole che, sebbene non siano scritte da nessuno, si insinuano come alte e inspiegabili barriere.

Non vogliamo sottrarci al confronto, né aggirare la questione. Potremmo essere ancor più polemici nel domandare “di chi è lo spazio pubblico”. Per ora ci accontentiamo di suggerire tale questione.

Testo, immagini e video di “(feed) trasforma roma”

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