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Nabito :: Migration as Mutation

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francobollo

E’ da quando siamo tornati dall’esperienza a Madrid che ci interroghiamo sul continuo migrare degli architetti italiani all’estero

Mi|gra|zió|ne s.f.
1 CO il migrare e il suo risultato
2a TS antrop., spostamento da un luogo a un altro di un popolo, di una nazione, di una tribù alla ricerca di migliori condizioni di vita
2b TS sociol., emigrazione, provvisoria o definitiva, da un luogo a un altro di una parte significativa della popolazione attiva, causato da ragioni economiche
3 TS zool., spostamento compiuto da alcune specie animali e determinato da vicende stagionali, necessità alimentari o riproduttive.
[def. dizionario De Mauro]

Partendo da questa definizione pubblichiamo di seguito l’intervista allo studio Nabito

In che paese vi trovate? SPAGNA, ops, CATALUNYA…
Da quanti anni vi trovate lì? 6 più o meno, Alice ha 4 anni Martino 2, si 6.
Da quante persone è composto il vostro studio? Un numero VARIABILE, lavoriamo in rete e sul www. Cosicché le squadre cambiano in relazione al progetto. Comunque fissi tra la sede di Barcellona e Roma ora siamo 10; tra ingegneri, agronomi; architetti, e tecnici per le realizzazioni possiamo arrivare a 20.
Perché vi siete trasferiti? Un giorno con le prime piogge di settembre, stanchi della paralisi romana, ce ne andammo con poche provviste in cerca di avventura e Barcellona fu una meta facile e attraente.
Cosa mancava in italia che vi ha suggerito questa scelta? Dunque, SINTETIZZANDO: diciamo che ci sono due possibili interpretazioni e forse sia l’una che l’altra sono conseguenze delle stesse, cioè intrecciate.
La prima: In Italia manca, a nostro avviso, una cultura contemporanea, una preparazione di fondo in grado di apprezzare e capire un modo particolare di porsi di fronte alla questione architettonica e urbanistica dei nostri giorni. In Italia si specula economicamente, come ovunque, ma senza buoni fini, proprio perché non si specula intellettualmente in maniera adeguata. Vogliamo dire che le realtà interessanti, seppur esistenti, sono scollegate fra loro e materialmente non hanno alcun potere nell’opinione pubblica, perché la gestione, l’amministrazione e la politica, le ignora a causa d’incompetenza o semplicemente di arroganza e arretratezza. L’Italia si e’ provincializzata, sembra che i nostri amministratori da un certo punto in poi abbiano smesso di leggere, di informarsi, o semplicemente di viaggiare. Sembrerebbe che non siano a conoscenza dei processi di cambiamento che hanno caratterizzato in questi ultimi 40 anni le metropoli europee e le discipline che ne studiano i fenomeni di dinamica urbana e strategia territoriale. Pensate solo al fatto che Roma, la nostra capitale, ha due linee di metropolitana nel 2009; non e’ mai divenuta metropoli, non ha mai consentito spostamenti veloci , dislocazione di servizi ,multipolarità ecc. ecc.. Siamo 40 anni indietro e non sembra neanche che ci sia la volontà di recuperare attraverso l’esplosione delle nuove tecnologie.
La seconda: la nostra generazione ha un rapporto con l’Europa diverso rispetto alle precedenti. Noi ci sentiamo europei non italiani, viviamo da dentro il fenomeno dell’immigrazione culturale, che non e’ più considerabile tale, per il semplice fatto che l’Europa e’ la nostra nazione o meglio il nostro paese di origine. Le differenze culturali sono il pane quotidiano di studio e riflessione; Nabito,(un neologismo nato dalla crasi tra la negazione non ed il verbo abitare) rielabora le proprie radici e le proprie origini, NON ABITA o NEOABITA, espande i propri confini, li diffonde; proprio per questo il nostro lavoro e’ legato all’Italia, al mediterraneo, a Roma e alle sue peculiarità, invisibili agli occhi degli amministratori. Molti elementi come, il colore, il rapporto con la piazza pubblica, con la prepotenza della vegetazione, con lo spazio colonizzabile con il vuoto urbano, con il foro, con l’altimetria, con il paesaggio, con le invenzioni tipologiche, con la sovrapposizione degli stili e la rivoluzione barocca… sono presenti in tutte le nostre architetture. Ce ne siamo accorti a Barcellona e non a Roma. Quindi, esiste la possibilità di riscrivere una geografia diversa attraverso un transnazionalismo in cui le radici aiutino a crescere e a definire nuovi orizzonti piuttosto che a schiacciare e a mantenere un vecchio status quo di delirio autoreferenziale e musealistico?
Cosa possiede il paese in cui siete che in Italia manca? FRESCHEZZA, POSSIBILISMO, DINAMISMO, CORAGGIO, AVVENTURA, SERVIZIO e ORGANIZZAZIONE, SENSO CIVICO, SENSO DI APPARTENENZA CULTURALE, RILASSATEZZA, DISINVOLTURA, PROGRESSISMO CULTURALE E SOCIALE.
Cosa dovrebbe cambiare? L’ATTEGGIAMENTO ed avere fiducia nelle nuove generazioni come la nostra
Consigli per giovani architetti italiani? nel senso buono.. SCAPPATE e vivete L’EUROPA e come dite voi: MIGRATION AS MUTATION

NAbito (Alessandra Faticanti 1975, Roberto Ferlito 1973) e’ uno studio multidisciplinare con base operativa a Barcelona attivo in Italia In Francia ed in Spagna cercando similitudini e differenze culturali. Il suo Tentativo e’ ridefinire un differente processo di elaborazione per una nuova cultura contemporanea,dal punto di vista sociale ed economico. Nabito ha vinto l’importante premio europeo “Nouveaux albums des jeunes architectes Paris 2006”, concesso dal ministero della cultura Francese. Lo Studio ha vinto diversi concorsi internazonali e si impone nella giovane scena europea costruendo i primi progetti.

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Andrea Franceschi e Giacomo Beccari sono architetti laureati presso l’Università degli Studi di Ferrara dopo una migrazione a Madrid sono tornati Bologna dove continuano ad osservare transumanze architettoniche.

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[…] l’intervista allo studio Nabito ci rivolgiamo a LAN Architecture, […]

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